AD n° 359
“Geometrie aperte”
Testo di François Burkhardt
Ph Chiara Cadeddu
LA CASA-ATELIER DI LEONARDO RICCI
A MONTERINALDI,
VICINO A FIRENZE, SUGGERISCE
UN MODO DI ABITARE COMUNITARIO
LA RICERCA DI UNA NUOVA ARMONIA
dimora dell’architetto. Il recupero degli elementi fondamentali
della sua architettura in tutte le loro variazioni – per esempio
la scelta dei materiali come la pietra di costruzione estratta dalle
stesse cave – esercita un effetto armonizzante e rifl ette un sapiente
radicamento al suolo e una delicata appartenenza al paesaggio
locale, senza per altro cadere nel regionalismo. Tale vocazione alla
espansività trasposta in architettura mi emoziona profondamente,
allo stesso modo dell’originalità dell’universo spaziale ideato
da Ricci e della sua tendenza organica, legata più alla qualità intrinseca
del luogo che all’adesione allo stile dell’architettura organica
americana. Pure trovo degna di elogio la passione di Ricci
per la valorizzazione del paesaggio, che in questo caso raggiunge
esiti davvero eccelsi in virtù anche di un emplacement unico da
cui si può gioire di una straordinaria vista su Firenze: il posizionamento
delle fi nestre esalta la percezione del paesaggio dall’interno
dell’edifi cio. Ricci sa perfettamente come fare apprezzare
a chi abita la casa lo spettacolo della natura in una maniera inedita,
e ciò è particolarmente evidente nella camera padronale in
cui un lucernario lascia penetrare il chiaro di luna fi no nei recessi
dell’ambiente, proprio là dove è collocato il letto.
Per l’arredamento, va sottolineato che una parte dei mobili proviene
dalla famiglia dell’architetto – le poltrone, per esempio –,
mentre altri, quali i contenitori e gli elementi d’ordine, sono stati
progettati dallo stesso Ricci con lo scopo di integrarli al meglio nella
propria concezione spaziale. Alcuni sono piazzati su
precisi assi visuali, come la libreria a muro del salone
eseguita in lastre di marmo che raggiungono il soffi
tto. Qui non si tratta di una scelta funzionale, bensì
simbolica e dettata dal senso del bello. Così, alla fi ne,
si trova anche il lusso in questa casa eccezionale nella
quale tutto è semplice e tutto si rifà al necessario.
Perché in Leonardo Ricci si ravvisa una grande generosità
che fa sponda alla sua grande sensibilità, e soprattutto
una continua inclinazione all’innovazione
non solo formale ma anzitutto esistenziale.